29
/es/
es
AIzaSyAYiBZKx7MnpbEhh9jyipgxe19OcubqV5w
April 1, 2024
936119
230306
1

Giovanni Duns Scoto (1 ene 1265 año – 8 nov 1308 año)

Descripción:

"Dopo Tommaso, l'altra svolta della scolastica è dovuta a Duns Scoto. Si tratta di una svolta decisiva, che doveva rapidamente condurre la scolastica alla fine del suo ciclo e all'esaurirsi della sua funzione storica. Anche questa svolta è determinata dall'aristotelismo: ma l'aristotelismo è qui lo spirito di un sistema, non un sistema.
Per S. Tommaso l'aristotelismo è una dottrina che bisogna correggere e riformare. Per Duns Scoto, è la filosofia stessa, che bisogna riconoscere e far valere in tutto il suo rigore per circoscrivere in giusti limiti il dominio della scienza umana.
Per S. Tommaso, si tratta di far servire l'aristotelismo alla spiegazione della fede cattolica. Per Duns Scoto si tratta di farlo valere come principio che restringe la fede nel suo proprio dominio, che è quello pratico.

Tutto ciò che trascende i limiti della ragione umana non è più scienza, ma azione o conoscenza pratica: concerne il fine cui l'uomo deve tendere o i mezzi per raggiungerlo o le norme che, in vista di esso, vanno seguite, non la scienza.
Perché la rivelazione necessaria per gli uomini? Perché, risponde Scoto, l'uomo non può con la ragione naturale rendersi conto del fine al quale è stato destinato e dei mezzi per conseguirlo. Che l'uomo sia destinato alla visione e al godimento di Dio è cosa che egli non può sapere se non dalla rivelazione (Op. ox., pro!., q. l, n. 7).
E perché non può saperlo dalla ragione naturale? Perché non c'è connessione necessaria tra il fine soprannaturale dell'uomo e la natura umana, quale ci risulta essere in questa vita (Ib., pro!., q. l , n. 1 1 ). Evidentemente si tratta di un fine che Dio ha voluto liberamente assegnare all'uomo, che non si connette necessariamente con la natura dell'uomo e perciò non può essere dimostrato proprio di questa natura, in quanto la dimostrazione ne supporrebbe la necessità.
L’uomo non può conoscere dimostrativamente ciò che Dio ha deciso in virtù del suo libero arbitrio e che quindi non reca traccia di quella necessità che rende possibile la conoscenza dimostrativa.

La sola ed unica legge morale è per l'uomo il comando della volontà divina. «Dio non può volere qualcosa che non sia giusto, perché la volontà di Dio è la prima regola» (Ib., IV, d. 46, q. l, n. 6).
Dato che la causa della volontà divina non è altro che la volontà stessa, Dio potrebbe agire altrimenti e stabilire per l'uomo una legge diversa da quella che ha stabilita: in tal caso solo quest'ultima sarebbe la legge giusta, giacché nessuna legge è giusta se non in quanto è accettata dalla volontà divina (Ib., l, d. 44, q. l, n. 2).
Questo principio, fatto valere con rigida coerenza, porta a ridurre il valore della condotta umana alla semplice conformità alla legge stabilita da Dio e il valore di questa legge al semplice arbitrio divino.
Evidentemente, però, Duns deve ammettere un'eccezione, ed una sola, al principio che tutte le regole di condotta si riducono a comandi divini. Questa eccezione concerne la regola stessa che impone di rispettare il comando divino."

Wiki:
https://it.wikipedia.org/wiki/Duns_Scoto

Añadido al timeline:

10 ago 2019
2
0
4629
Cronologia Storia della Filosofia Completa Nicola Abbagnano
In continua edizione.
Tutte le citazioni sono dei testi di N...

fecha:

1 ene 1265 año
8 nov 1308 año
~ 43 years
PremiumAbout & FeedbackAcuerdoPrivacidad
logo
© 2022 Selected Technologies LLC – Morgan Hill, California