// todo need optimize like in event.jsp. Add indexing or not indexing this page. Carducci (feb 4, 1870 – feb 27, 1890) (Timeline)
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April 1, 2024
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Carducci (feb 4, 1870 – feb 27, 1890)

Description:

Toscano, 1° italiano a vincere il Nobel per la letteratura, nel 1906.
Presiede la cattedra di Letteratura italiana all’Università di Bologna dal 1860 al 1904.
L’attività letteraria si intreccia a quella del letterato ufficiale che, oltre a far parte del Consiglio Superiore del Ministero dell’Istruzione, è anche membro della Crusca, fonda la Società Dante Alighieri, parlamentare dal 1876 e senatore dal 1890.
Muore nel 1907, ricevendo funerali solenni.

1. Poeta civile: di formazione giacobina/mazziniana, la sua poesia è intrisa di ideali risorgimental-patriotici (es. Ode alla Regina Margherita, discorso ufficiale per la morte di Garibaldi, poesie per la morte di Mazzini, Discorso al popolo ecc.)

2. Rapporto col classicismo: classici come modelli esemplari di poetica e di etica; da giovane si schiera perciò in posizione anti-romanticista, formando con alcuni letterati il gruppo degli "Amici Pedanti", per combattere un certo romanticismo "sentimentale" (ritenuto poco virile e troppo molliccio, es. Manzoni), e rifiutando i generi "popolari" prediletti dai romantici (soprattutto il romanzo) per rivolgersi esclusivamente alla lirica (quasi riattivando la polemica classico-romantica del 1818).

Nell'ultima fase tuttavia accoglierà anche tematiche del Parnasse francese, dello spleen. In particolar modo, può considerarsi addirittura tardo-romantico il suo tentativo di evasione dal grigio presente per rifugiarsi negli ideali di bellezza di un passato mitizzato (età classica, medioevo, età comunale), ed esorcizzare le angosce e le inquietudini che lo assillano.
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Fase giovanile:
-Juvenilia e Levia Gravia: apprendistato poetico, riprende temi, immagini e metri dei classici italiani, da Dante a Petrarca, a Monti e Foscolo.

-Giambi ed Epodi (raccoglie poesie composte tra il 1867 e il 1879): il titolo allude ai metri usati rispettivamente da Orazio e Archiloco, per la poesia di satira e invettiva. Sono liriche infatti in cui Carducci si scaglia polemicamente contro l'oscurantismo papale, una classe politica corrotta e non all'altezza degli ideali risorgimentali e classici ecc. (poesia civile)

-Inno a Satana (63): vicino a questo stile è anche l'Inno a Satana, il testo più rappresentativo della fase giovanile, in cui si scaglia sulle ingerenze clericali o sugli oscurantismi di fede. Carducci identifica in Satana un principio libertario, sopravvissuto alla diffusione egemone del Cristianesimo, e portatore di un messaggio vitalistico, che può liberare l’uomo dal giogo delle credenze e dei dogmatismi. L'Inno (200 versi secondo la schema del “brindisi”,cioè di un componimento da recitarsi a tavola) sviluppa un’invocazione a scienza e progresso.

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-Rime nuove: raccolta pubblicata nel 1887, in realtà raccoglie poesie scritte a partire dal 1861. Accomunate dalle scelte metriche, che si rifanno alle forme tradizionali della lirica italiana, e caratterizzate dalla presenza della rima, ignota alla poesia classica (la raccolta si apre appunto con l'omaggio "Alla Rima"). Sono spesso poesie dedicate ai grandi della letteratura italiana.

-Odi Barbare: contemporanee alle Rime Nuove,
raccolta di 50 liriche scritte tra il 1873 e il 1893. Rappresentano il tentativo di Carducci di riprodurre la metrica classica (basata sul principio dell'alternanza di sillabe lunghe e brevi, e detta anche "quantitativa") con la metrica italiana (detta "accentuativa", fondata sul principio del ritmo, cioè su schemi obbligati e versi definiti in base al numero di sillabe).

In realtà altri poeti si erano cimentati nell'impresa, già dal 1400 (Leon Battista Alberti aveva ideato un concorso, il Certame Coronario, che premiava le migliori sperimentazioni di questo tipo); in tempi più recenti, Campanella nella poesia Musa latina.

"Barbare"«perché tali sembrerebbero a greci e romani, ma anche al giudizio di molti italiani».

La cosiddetta "metrica barbara" fu all'inizio criticata, poi godette di fortuna (es. ripresa da un giovanissimo D'Annunzio), per poi cadere nel dimenticatoio con l'avvento del verso libero.


[Carducci non tentò di trasferire dal latino all'italiano il sistema delle vocali lunghe e brevi; decise di imitare i principali versi latini dal punto di vista ritmico e accentuativo. Per riprodurre l'esametro, ad esempio, accoppiò un settenario e un novenario, o un senario e un novenario; per riprodurre l'adonio usò il quinario e così via: ad ogni verso "classico" fece corrispondere uno (o due affiancati) versi della tradizione italiana.

Il metro barbaro più fortunato fu la strofe saffica, metro usato da Catullo e Orazio, basato sulla successione di tre endecasillabi saffici e un adonio; la trasposizione italiana si compone di tre endecasillabi (non rimati) e un quinario (corrispondente, come detto, all'adonio latino).]


--> utilizza termini aulici, arcaici, latineggianti, citazioni dei poeti antichi, rimandi storici e mitologici, addirittura ripropone, seppur barbaricamente, i metri classici, come le strofe saffiche. asclepiadee, i distici elegiaci, soprattutto nelle "Odi Barbare".

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Date:

feb 4, 1870
feb 27, 1890
~ 20 years

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