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August 1, 2025
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Verismo (sep 29, 1875 – apr 14, 1895)

Description:

1. Verga (Catania, 1840)
tecnica:
-eclisse dell'autore (che "regredisce" al livello mentale dei personaggi, si astiene da commenti e spiegazioni, vede la realtà con gli occhi dei personaggi e si esprime con le loro parole --> contrapposto al narratore onnisciente dei romanzi del primo Ottocento, es. Manzoni)
-straniamento: vengono fatti passare per normali atteggiamenti che non lo sono
-discorso indiretto libero (dialoghi riportati senza segni grafici)
-lingua parlata e dialettale
-adesione al romanzo sperimentale naturalista (Zola)
=la sua visione appare nella "Prefazione ai Vinti"


Opere veriste:
A. Vita dei campi (1880): raccolta di novelle, tra cui Rosso Malpelo (1° opera in cui viene fuori la teoria verghiana dell'impersonalità), Cavalleria Rusticana, La Lupa


B. Il Ciclo dei Vinti: visione pessimistica (darwinismo sociale, dove il più forte schiaccia il più debole, tanto negli ambienti rurali che nelle città; l'uomo è mosso dall'egoismo e dall'interesse economico; semplicemente, nelle "basse sfere" della società è più facile leggere questi meccanismi; quest'idea è alla base del Ciclo dei Vinti, nella quale ogni romanzo dovrebbe mostrare questa dinamica in un diverso contesto sociale, assumendo il pdv dei vinti. Il progetto è di 5 romanzi, ma solo i primi due saranno ultimati:

-I Malavoglia (1881) --> la macrostoria (l'Unità d'Italia) irrompe nella società arcaica e immobile di una famiglia siciliana di pescatori, il cui ritmo circolare è segnato solo dal cambio delle stagioni.
Vi è un tempo circolare che torna costantemente su se stesso, segnato dal ritmo delle stagioni e dei lavori agricoli e della pesca. Vi è poi un tempo storico che vede le tappe del calvario della famiglia che si intrecciano con gli eventi storici.
Constatazione amara della fine di un'epoca, i cui valori erano ormai superati.

-Mastro don Gesualdo: storia di un muratore che riesce ad accumulare una grande ricchezza, perdendo pero gli affetti familiari. Il linguaggio si alza rispetto ai Malavoglia
-La Duchessa di Leira: continuato e pubblicato da De Roberto
-L'Onorevole Scipioni
-L'Uomo di Lusso


Anche se Verga subisce l'influenza del naturalismo francese, non ne condivide l'ottimismo positivistico e la celebrazione del progresso. Al contrario, mette in luce gli aspetti negativi del progresso, come la crudeltà dei meccanismi economici, l'alienazione, la ricerca ossessiva della ricchezza, a discapito degli affetti

+questione meridionale
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2. Luigi Capuana: siciliano, lavora a Milano come critico letterario del "Corriere della Sera". Diffonde l'opera di Zola in Italia, e può essere considerato il teorico del verismo.
La sua opera più celebre, Giacinta (1879), è il 1° romanzo verista italiano (più naturalista, in realtà --> fiducia ottimistica nella scienza, incarnata dal personaggio del dottor Follini, alter ego narrativo di Capuana)

Parla di una ragazza, Giacinta, violentata da piccola da un servo e che per tutta la vita dovrà scontrarsi con le conseguenze di questo episodio (la società le attribuisce una colpa per quanto avvenuto). Giacinta è un caso patologico, la cui crisi viene analizzata dal dottor Follini.

=Giacinta è dedicata a Zola
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3. Federico De Roberto: nato a Napoli da famiglia siciliana, si forma nella Catania di Verga e Capuana, dei quali è discepolo e amico.
Il suo capolavoro è I VICERE' , romanzo che narra la storia della nobile famiglia siciliana degli Uzeda, intrecciandola con gli avvenimenti storici tra il 1850 e il 1880.
Nei Vicerè non vi è la regressione dell'autore. La narrazione si fonda sul dialogo, su didascalie descrittive e su discorsi indiretti liberi dei personaggi.

Nè Capuana nè De Roberto adottano i moduli delle regressione verghiana; il primo, lascia ancora spazio al narratore onnisciente; De Roberto invece preferisce una narrazione essenziale, dominata dal dialogo.
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La Novella: con il verismo si assiste al recupero di un genere nobile, la novella (es.Boccaccio). Come per il romanzo, anche qui la sua fortuna è dovuta anche alla pubblicazione nei giornali, nella sezione d'appendice. I romanzi erano così pubblicati a puntate, mentre le novelle interamente. La novella si presta perfettamente alle esigenze veriste di mostrare uno "spaccato" di una certa realtà. Tutti i grandi romanzieri del periodo (Verga, De Roberto, D'Annunzio, poi Svevo e Pirandello) si cimenteranno con le novelle, spesso per sperimentare soluzioni che avrebbero applicato nei romanzi.

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VERISMO MUSICALE:

A fine Ottocento l’argomento del giorno fra i letterati è il concetto di “verismo”, su cui si disquisisce anche in ambito musicale a seguito del successo della Carmen (1875) di Georges Bizet. Il legame estetico fra la nuova generazione di compositori e il verismo letterario viene dato per scontato nel momento in cui Cavalleria rusticana (sull’omonimo dramma di Giovanni Verga) s’impone sui palcoscenici di tutto il mondo. Dopo decenni di melodramma romantico interessato ai grandi drammi storici, alle gesta di eroi tutti d’un pezzo ed eroine immacolate, deve apparire del tutto nuovo l’intento di raffigurare a forti tinte la tranche de vie dei bassifondi, e le passioni scomposte di personaggi umili, tratti alla rovina da pulsioni erotiche irrefrenate.

Melodramma verista
• 1890: Pietro Mascagni si affaccia con una nuova opera, Cavalleria rusticana, con argomento contadino siciliano, tratto da una novella di Giovanni Verga --> nella Cavalleria c'è il recupero anche di generi musicali popolari, come stornelli e musica di banda.
-Ruggero Leoncavallo con "Pagliacci"

(Verdi aveva fatto "I vespri siciliani", sempre dalla novella di Verga).

La corrente verista viene in parte sfiorata da Giacomo Puccini in Tosca e Boheme.

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Date:

sep 29, 1875
apr 14, 1895
~ 19 years

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