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April 1, 2024
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La grande stagione lirica (sep 29, 1833 – apr 14, 1892)

Description:

Il romanticismo e la grande stagione lirica

Nato nei primissimi anni del 1600 tra Firenze e Venezia (sugli sviluppi del melodramma, cfr. Camerata de Bardi), e diffusosi rapidamente in modo capillare nella penisola, assurge nel 1700 a genere compiuto nei due sottogeneri di opera seria e opera buffa, da grandi librettisti come Metastasio, Goldoni.
-Riforma di Metastasio: linguaggio musicale e semplice , libretto in tre atti, materia letteraria/mitica/storica, sistema di sei personaggi, legati tra loro da un intricato intreccio di amori infelici, a lieto fine.
I personaggi cominciano ad avere profondità, ad essere tormentati da sentimenti contrastanti.

-Goldoni: veneziano, Goldoni trasforma la commedia dell'arte in una commedia d'autore, dando profondità alle maschere e ridando importanza al copione. Risultato della sua ricerca è la "commedia di carattere", con personaggi con una precisa definizione dei temperamenti e caratterizzazione sociale, con la loro mentalità, le loro usanze, vizi e virtù. Scrive in italiano e nelle diverse sfumature del dialetto veneziano.
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Nell'Ottocento si impone definitivamente il melodramma: attraverso una generazione di grandi musicisti come Rossini. Bellini, Donizetti e Verdi (tutti nati tra 1792 e 1813) la musica ottiene la supremazia sul libretto.
Nel corso dell’Ottocento il compositore pretende di controllare i vari aspetti della produzione, la scelta dei cantanti, del soggetto e anche del librettista.

A inizio Ottocento i generi operistici in auge sono due, ereditati dal Settecento, e con caratteristiche ben distinte: l’opera seria e l’opera buffa, che hanno ormai acquisito la medesima dignità.
A partire dagli anni Trenta il gusto del pubblico muta e all’ambientazione quotidiana dell’opera buffa si preferiscono i finali tragici, i conflitti, i tormenti interiori e gli amori impossibili dell’opera seria.

I libretti delle opere del periodo sono influenzati dalla letteratura nazionale ma anche dal nascente romanticismo europeo e da Shakespeare. Difatti, il libretto d'opera è il genere letterario italiano a subire per primo l’influenza romantica: i romanzi di Walter Scott, le tragedie di Hugo ecc trovano cittadinanza tra il pubblico italiano tramite il melodramma.

Durante l'Ottocento si stabilì un preciso rapporto tra il ruolo del cantante e la sua voce:
-a poco a poco al tenore non vennero più affidate le parti da antagonista, anzi, egli incarnò sempre più spesso l'ideale dell'eroe innamorato ed estremamente passionale. Questo si deve anche alla tecnica del "Do di petto”, introdotto dal tenore Duprez nel Guglielmo Tell; il Do di petto segna l’avvento del tenore romantico (prima d’allora infatti i cantanti affrontavano le note acute in falsetto).
-al basso vennero affidate parti solenni, arie miste di saggezza e moralità
- baritono: antagonista in amore del tenore (come lo è del soprano il suo corrispondente femminile -il mezzosoprano)
-la voce del soprano inscindibilmente associata a delicatissime quanto idealizzate e angeliche figure femminil
-scomparve il castrato, le parti del quale vennero affidate ad un contralto 'en travesti'

Nell'Ottocento italiano si afferma anche l'aria, una specie di canzone solista, che non porta avanti l'azione ma comunica lo stato d'animo dei personaggi (es. la donna è mobile dal Rigoletto, Casta diva dalla Norma ecc).

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I quattro grandi operisti dell'Ottocento italiano sono: Rossini, Bellini, Donizetti e Verdi, tutti identificati come romantici (forte pathos; temi non più legati alla mitologia o all'epoca classica, ma alla storia, spesso con motivi risorgimentali):

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-Rossini (pesarese, 1792) una quarantina di opere. La sua produzione è egualmente distribuita tra opere buffe (14, tra cui il Barbiere di Siviglia), e opere serie (18, es. Guglielmo Tell).
Ma cercherà anche una contaminazione dei due generi settecenteschi, attraverso l'opera semiseria (es. La Gazza Ladra). Nell'opera semiseria i protagonisti sfiorano la conclusione tragica, ma arrivano al lieto fine; e i personaggi.
Allo stesso tempo, l’opera seria si arricchisce di duetti e brani d’insieme, le arie solistiche diminuiscono; l’opera buffa adotta uno stile di canto più virtuosistico. I personaggi buffi di Rossini non sono più i tipi derivati dalla commedia dell’arte, ma individui dotati di una fisionomia caratteristica, basti pensare a Figaro o a Rosina nel Barbiere.

Stile molto ritmico, con i famosi crescendo rossiniani (climax d'intensità, dal piano verso il fortissimo) --> es. Guglielmo Tell; famoso anche per le ouverture (brano eseguito a sipario chiuso prima di un’opera, Gazza Ladra)

Direttore artistico del Teatro s.Carlo.

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-Donizetti (bergamasco, 1797) settanta opere, tra cui l'Elisir d'Amore, Lucia di Lammermoor (dall'opera di Walter Scott), e Don Pasquale. Succede a Rossini come direttore del s.Carlo.

La spaventosa prolificità di Donizetti ha finito per costituire quasi un capo d’accusa.
Non si può negare che il giovane Donizetti incarni ancora, per certi aspetti, il musicista del Settecento: la sua vita è un susseguirsi vorticoso di contratti, progetti e viaggi in un’altalena di fiaschi e di successi.

Le sue opere, inoltre, sono interessanti anche per l’evolversi della vocalità maschile. Donizetti introduce una netta differenziazione vocale e psicologica tra tenore e baritono, spesso antagonisti, che si ritroverà nello schema preferito delle opere verdiane.

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-Bellini (catanese, gli dedicano la pasta alla Norma, 1801). Muore ad appena 34 anni, scrive solo dieci opere, la più famosa è la Norma.
Se la caratteristica di Rossini è la rapidità della musica, quella di Bellini è caratterizzata da una linea melodica lenta, lunga e spesso maestosa.
L'orchestrazione è semplice e serve a mettere in primo piano il canto. Le opere di Bellini costituiscono l'esempio più classico di "bel canto", con linee melodiche di inusitata lunghezza.

Bellini scrive solo 10 opere in quasi 10 anni, dal 1825 al 1835, e sono tutte opere serie, tranne La sonnambula, semiseria.

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-Verdi (Busseto,emiliano): frequenta l'ambiente milanese. Dopo aver toppato le prime due opere, si imbatte quasi casualmente nel libretto del Nabucco. L'opera ottiene 57 repliche alla Scala in 4 mesi, e poi esportata in tutto il mondo, anche NY e Baires. L'opera parla dell'esilio ebraico a Babilonia, ma è facile trovarvi riferimenti alla condizione italiana durante l'occupazione austriaca. Il Va Pensiero diventa subito un inno contro l'invasore.

Dopo il successo del Nabucco, è costretto a scrivere su commissione un'opera all'anno, con risultati non sempre ispirati. Fra queste opere giovanili, si segnala il Macbeth.

Ormai maturo scrive la cosiddetta "trilogia popolare" (1851-1853): opere che hanno per protagonisti personaggi popolari ed emarginati, quindi non nobili o mitologici: Rigoletto, un buffone gobbo; la Traviata (Violetta), una mantenuta parigina, e il Trovatore, il figlio di una zingara; dall'altra l'aggettivo "popolare" indicherebbe proprio il carattere popolare e di successo che le opere ebbero.

Seguiranno altre opere come I vespri siciliani (dalla novella di Verga), l'Otello (ancora Shakespeare), Don Carlos, La forza del destino e soprattutto l'Aida, forse il punto di massima maturità (introduzione di motivi ricorrenti, simili al leitmotiv wagneriano).
Nel 2014, 5 opere di Verdi erano fra le prime 20 più rappresentate al mondo (trilogia popolare + Nabucco e Aida).

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La "Giovane Scuola Italiana": tra fine Ottocento e inizio Novecento emergono una serie di compositori (Mascagni, Leoncavallo, Giordano e soprattutto Giacomo Puccini), cantanti-divi (Enrico Caruso) e direttori di orchestra (Arturo Toscanini) che danno nuovo slancio all'opera italiana, che sembrava mostrare i primi segni di decadenza.

Giacomo Puccini (Lucca, 1858-1924), il più grande compositore tra fine Ottocento e inizio Novecento. Autore di "La Boheme" (1898), Tosca (1900), Madame Butterfly (1904) e Turandot, completata postuma dal grande direttore d'orchestra Arturo Toscanini nel 1926.
Grande successo di critica, fascino dell'esotico (la Boheme è di ambientazione parigina; la giapponese Madama Butterfly, la cinese Turandot, l’americana Fanciulla del West)

Grande ammiratore di Wagner,
riformulazione del concetto di Leitmotiv, che diviene con Puccini una sorta di tinta distintiva della singola opera: disinteressato alla referenzialità stretta (il tema che rimanda inequivocabilmente a quel personaggio o a quel concetto), il gioco delle reminiscenze assume piuttosto una funzione emotiva, d’orientamento affettivo.
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28 days ago
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1883
Ottocento e Novecento

Date:

sep 29, 1833
apr 14, 1892
~ 58 years

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