LA RIPRESA DELLA SCRITTURA E IL SUCCESSO (1916-1928) (jan 2, 1916 – sep 13, 1928)

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L’occasione per il riemergere degli interessi letterari fu offerta dalla guerra. Poiché la fabbrica di vernici fu requisita per ordine delle autorità austriache, Svevo si trovò libero da ogni incombenza. Nel 1919 pose mano al suo terzo romanzo, La coscienza di Zeno, che venne pubblicato nel 1923. Ancora una volta l’opera non suscitò alcuna risonanza. Esasperato, Svevo mandò il romanzo a Parigi all’amico Joyce che, riconosciutone il valore, si adoperò per imporlo all’attenzione degli intellettuali francesi. A opera di due italianisti, Valery Larbaud e Benjamin Crémieux, che promossero una traduzione francese della Coscienza e nel 1926 dedicarono a Svevo un intero numero della rivista “Le Navire d’Argent”, lo scrittore conquistò larga fama in Francia e in Europa. Solo in Italia rimase intorno a lui un disinteresse. Un’eccezione fu costituita da un giovane poeta, Eugenio Montale, che gli dedicò un ampio saggio sulla rivista “L’esame” nel 1925. La fama europea di Svevo fu consacrata nel 1928 da un convegno del Pen Club, a Parigi, dove fu festeggiato da intellettuali di varie nazionalità. Il riconoscimento costituì uno stimolo alla scrittura: progettò un quarto romanzo, sempre con protagonista Zeno. L’11 settembre del 1928 ebbe un incidente d’auto a Motta di Livenza, presso Treviso, e due giorni dopo morì.

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