Governo Crispi (apr 1, 1887 – may 1, 1896)

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Nel 1887, alla morte di Depretis, Francesco Crispi è nominato capo dell’esecutivo.

Il suo governo si distingue per una politica nazionalista, (NAZIONALISMO AGGRESSIVO) vicina all’autoritarismo di Bismarck, di cui il siciliano si professa ammiratore.
Nell’intento di aumentare la forza delle istituzioni, Crispi accentra il potere nel governo, a spese del Parlamento.
Difende gli interessi della grande industria e del latifondo meridionale.
Guidando con abilità il Paese nella lotta tariffaria con la Francia, è duro anche nei confronti dei movimenti che rivendicano maggiori diritti per i lavoratori, come i Fasci siciliani (1891-1894).
L’arretratezza del Meridione diventa ancora più grave durante il governo di Crispi, e si fa imponente il fenomeno dell’emigrazione, che ha spesso come destinazione le Americhe.

Politica estera con eccidio di Dogali (1887) e disastro di Adua (1896)

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