nov 8, 1907 - Pascendi dominici gregis
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Nella riflessione intellettuale interna al mondo cattolico una definizione e una articolata descrizione della modernità, fu data nel 1907 dall'enciclica Pascendi Dominici, che considerava "eretiche", anzi "sintesi di tutte le eresie" le posizioni filosofiche e teologiche che, proprio allo scopo di ricondurle ad unità nella condanna, definiva appunto "moderniste". Secondo lo schema già esposto dal Sillabo, un decreto del Sant'Uffizio elencava poi sessanta proposizioni inaccettabili traendole dagli scritti di diversi teologici e biblisti, filosofi o storici. Erano tutte affermazioni che sottoponevano verità di fede al vaglio del pensiero critico. Spesso agnostiche sul piano filosofico, sul piano storico e dell'esegesi biblica tali posizioni rivendicavano l'autonomia delle scienze religiose dal magistero ecclesiastico. Sul piano teologico, mettevano in dubbio che il magistero della Chiesa comunicasse la verità proveniente da Dio. Allo stesso modo dogmi e sacramenti, miracoli e profezie erano intesi come racconti trasfigurati di esperienze interiori, costruzioni rispondenti al bisogno umano di dare forma all'esperienza religiosa. Ottocento di R. Romanelli
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