jan 1, 1912 - Florence Dixie (Allegra Bartozzi)
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Da sempre con un aspetto molto mascolino, Florence si distingue dalle donne dell’epoca proprio per la sua attitudine combattiva, ma anche per il suo aspetto ribelle, per il tempo. I capelli corti ne sono la dimostrazione. Donna sportiva eccelle in equitazione, tiro a segno e nuoto. Nel 1894 diventa presidente della neonata società di calcio femminile. Come detto, femminista, attivista e donna battagliera, ha da sempre sposato le cause importanti su cui lottare come la figura e la posizione della donna nello sport
LA BRITISH LADIES FC – Nel 1894 fonda assieme a Nittie Honeyball la prima società di calcio femminile. Un’iniziativa figlia della realtà delle donne in seguito alla seconda rivoluzione industriale, che le vede recluse in un angolo con pochi diritti e la classifica visione della donna come focolare della casa. La nascita della BLFC è un vero e proprio atto di protesta nei confronti della visione politica, economica e sociale delle donne in quell’epoca. Florence ne diventa presidente, ma non certo senza una condizione determinante affinchè accetti l’incarico. Florence da sempre vive lo sport non solo come hobby e sfogo, ma come un mezzo di libertà politica ed economica della donna. Non a caso la sua volontà è quella che la BLFC si adoperi a guadagnare, ma soprattutto che le donne sposino in pieno lo spirito sportivo che lei tenta di apportare alla squadra. Dopo la prima partita le due dirigenti hanno risposte molto importanti dal pubblico. L’incontro ha una risonanza e rilevanza mai avute prima di allora, nonostante non si stia assistendo alla prima partita di calcio tra donne. Lo spirito ribelle e battagliero dell’iniziativa contagia, più in maniera negativa che positiva. Non a caso la vita della BLFC dura appena due anni, causa l’ostruzionismo della FA che, nel 1902, vieta qualsiasi incontro tra i tesserati della federazione e le donne.
IL CALCIO FEMMINILE E LA STAMPA DELL’EPOCA –
non mancano le critiche e le mediatiche gogne. Nella prima partita, infatti, nonostante la presenza dei tanti spettatori, non mancano gli insulti, gli schiamazzi e una bocciatura sulle colonne dei quotidiani dell’epoca. L’incontro viene definito come una farsa e le calciatrici una banda. Sotto accusa anche l’abbigliamento, definito ridicolo e volgare. Le calciatrici indossano la canonica casacca da calcio e dei pantaloni larghi fino al ginocchio e stretti sotto, in modo da facilitarne i movimenti. Innovazione assoluta l’assenza del bustino, accessorio fondamentale all’epoca che anche le sportive indossavano durante gli allenamenti e le competizioni. Il calcio è visto come uno sport maschile nonostante la determinazione delle due fautrici, l’idea generale dell’epoca non si schiodava da quella convinzione.
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