Dopo la vittoria, ad Atene il popolo si divide in due fazioni: quella di Temistocle, che vuole creare una grande flotta e scacciare definitivamente i Persiani, e quella di Aristide, che invece si oppone all’utilizzo di così tante risorse e spinge per la redistribuzione di quei soldi alla cittadinanza.
Aristide rappresenta la resistenza dell’aristocrazia, che vuole lasciare tutto com’è: la vittoria della fazione di Temistocle, infatti, potrebbe rendere Atene una grande potenza marittima, ma dare così il via ad una rivoluzione sociale fra i teti (la classe inferiore) che, grazie alle imprese militari, si arricchirebbero e che diventerebbero troppo potenti: 40000 rematori e marinai, in caso di un successo in guerra, chiederebbero un riconoscimento a danno dell’aristocrazia e delle classi medie (ovvero a danno dalla falange oplitica che loro compongono).
Nel 483 a.C. Aristide subisce l’ostracismo e viene allontanato: Temistocle ha vinto e può preparare Atene ad affrontare di nuovo i Persiani.