1 янв 1877 г. - LEGGE COPPINO 1877
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Secondo governo Depretis (1877). la stesura della legge è affidata a A. Gabelli.
Si cerca di migliorare la condizione delle scuole ELEMENTARI: il corso si allunga fino a 5 anni; l'obbligo scolastico fino a 3 anni; introduce sanzioni per gli inadempienti; le spese rimangono a carico dei comuni, per cui la legge rimarrà sostanzialmente inapplicata a causa della mancanza di risorse; non si esclude l'insegnamento della religione, ma si rende possibile la sua sostituzione con una nuova disciplina, l'EDUCAZIONE CIVICA. La ragione di queste concessioni alla religione è spiegata con il fatto che l’insegnamento della religione cattolica ha il compito di abituare i fanciulli all’OBBEDIENZA VERSO L'AUTORITÀ’ COSTITUITA. Pur affermando la superiorità sulla Chiesa, il nuovo stato non rinuncia ad un uso politico della religione in un’ottica conservatrice e tradizionalista.
NEL 1888, sempre su impulso di Gabelli, verranno introdotti NUOVI PROGRAMMI per la s. elementare, con due novità: lo studio delle DISCIPLINE SCIENTIFICHE e l’introduzione di un METODOdi insegnamento/apprendimento che metta insieme il ricorso all’esperienza e all’esame critico
(RUFFALDI, NICOLA, Paideia 2.0, Loescher, 2016, p. 349-350)
La cornice storico-politica in cui si inserisce la riforma è caratterizzata da:
continuazione della rivendicazione della LAICITA’ dell’educazione (cominciata con le lotte risorgimentali e con il programma illuminista;
lo sviluppo di un ATEISMO MILITANTE che si manifesta in diverse occasioni (nel 1889 l’erezione della statua di G. Bruno nel luogo dove fu bruciato; le poesie di G. Carducci come L’INNO A SATANA (1863); le posizioni di C Lombroso;
l’opposizione della Chiesa cattolica alle “ideologie moderniste” e la presentazione (Pio IX, 1864) del SILLABO, un elenco di 80 errori dell’epoca contemporanea che avrebbero coinvolto razionalismo, illuminismo, liberalismo, marxismo;
la conseguente difesa cattolica del CONFESSIONALISMO (lo stato dovrebbe affidare alla Chiesa l’educazione della gioventù, ribadito anche nell’enciclica di Leone XIII del 1888, LIBERTAS, in cui si “condanna la libertà di insegnamento...nata per pervertire totalmente le intelligenze perchè non è lecito invocare, difendere, concedere libertà illimitata di pensiero, di stampa, di insegnamento e di culto”);
frattura del sistema scolastico fra una EDUCAZIONE PRE-SCOLARE nelle mani del clero cattolico (asili nido, istruzione femminile, istituzioni di assistenza popolare)- a cui si riconosce la possibilità di gestire SCUOLE PRIVATE- ed una educazione SCOLASTICA in cui lo stato cerca, ma a fatica, di introdurre criteri di LAICITA’ (nelle scuole superiori la metà dei professori sono ecclesiastici o con una formazione religiosa).
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