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August 1, 2025
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Neoclassicismo (8 agos 1765 anni – 22 feb 1830 anni)

Descrizione:

Letteratura:
In Italia questo periodo, che corrisponde con l'età napoleonica, vede una sostanziale immobilità, sia in ambito politico che letterario. Non si sperimentano forme nuove, ma si è in balia di un perdurante classicismo formale. I generi di riferimento sono ancora i poemi didascalici, i poemetti epici ecc.

Questo clima è ben rappresentato da un autore come Vincenzo Monti, che incarna la figura dell'intellettuale conservatore, inserito negli ambienti nobili della Roma del tempo. Scrive infatti soprattutto liriche neoclassiche, sonetti, e si distingue per la traduzione dell'Iliade, lontana dallo spirito del poema originario, trascritto nelle forme di un neoclassicismo aulico.

=La traduzione dell'Odissea è invece curata da Ippolito Pindemonte, sempre di stampo neoclassico. Pindemonte è l'amico cui Foscolo dedica "Dei Sepolcri", e come Foscolo, è considerato una figura chiave del preromanticismo
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Purismo: nell'ambito del neoclassicismo a inizio 800 emerge il movimento dei puristi, che difendono la lingua italiana dalle contaminazioni straniere. Teorici sono Antonio Cesari e Basilio Puoti, che reagiscono all'imbarbarimento della prosa, proponendo il ritorno all'uso della lingua del Trecento. Se fu merito del purismo l'aver posto degli argini al dilagare del francesismo e l'aver riportato alla luce numerosi testi trecenteschi, esso tuttavia commise l'errore di fossilizzare la lingua in una struttura arcaica, pretendendo di arrestarne l'evoluzione storica. Di tale limite si accorsero, nell'ambito stesso del classicismo, V. Monti e G. Perticari, che formularono la teoria dinamica di una lingua che, pur tenendo conto della tradizione, non trascurasse la necessità di un continuo aggiornamento.
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Vincenzo Cuoco: di Campobasso, si trasferisce a Napoli a 17 anni.
Nel 1804 scrive il romanzo epistolare "Platone in Italia" in cui sostiene la tesi di un'antichissima civiltà indigena, fiorita nell'Italia meridionale prima della colonizzazione greca, e propone quindi una rinascita dell'Italia ispirata alla tradizione piuttosto che ai modelli stranieri.

Fiero della città di Napoli (all’epoca seconda solo a Parigi per estensione), Cuoco è cosciente del compito culturale affidato all’Italia. Ed esattamente questo è il leit motiv del Platone in Italia, il mito arcaico e dunque ancora più autentico di un’Italia “pitagorica” (cfr. scuola di Pitagora a Crotone) celebrare l’Italia come culla della saggezza e della sapienza, rendendo la parte magnogreca della Penisola maestra e non allieva della Grecia.

Il Platone in Italia si presenta come un romanzo epistolare (più filosofico che narrativo) che l’A. finge di aver tradotto da un manoscritto greco rinvenuto ad Eraclea nel 1774: la finzione di tale ritrovamento rappresenta un topos letterario, che senz’altro influenzerà anche Manzoni.

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Ugo Foscolo nasce nel 1778 a Zante, isola delle Ionie, parte della Repubblica veneta. Essere nato in terra greca da madre greca rappresenterà un aspetto molto importante per lui, visto che si sentirà sempre legato alla civiltà classica, il suo ideale erede. Alla morte del padre la famiglia, in difficoltà economiche, si sposta a Venezia, quando Nicolò ha 15 anni.
Entusiasta dei principi della Rivoluzione francese, assume posizioni libertarie e ugualitarie. Per questo finisce nel mirino del governo oligarchico e conservatore della Repubblica di Venezia e per sfuggire a questi sospetti va per qualche tempo sui Colli Euganei.
Nel frattempo le armate napoleoniche avanzano sull'Italia; lui dedica un'ode "a Bonaparte Liberatore", esaltandolo come portatore di libertà. Ma con il Trattato di Campoformio Napoleone cede la Repubblica veneta all'Austria tradendo le illusioni del giovane Foscolo.

La prima opera importante di Foscolo è un romanzo, Le ultime lettere di Jacopo Ortis, del 1802, un romanzo epistolare, forma narrativa di larga fortuna nel Settecento europeo. I modelli sono i dolori del giovane Werther e la nuova Eloisa di Rousseau. Chiaramente ispirato al Werther è l'intreccio, nel quale un giovane si suicida per amore di una donna già destinata ad un altro; ma lo avvicina all'opera anche la tematica del conflitto tra intellettuale e società.
La trama vede Jacopo, un giovane patriota che dopo la cessione di Venezia all'austria si rifugia sui Colli Euganei per sfuggire alle persecuzioni. Qui si innamora di Teresa ma il suo amore è impossibile perché lei è già promessa ad Odoardo (l'esatta antitesi di Jacopo, freddo e razionale tanto quanto J. è impetuoso e passionale). La disperazione amorosa e politica spinge Jacopo a un pellegrinaggio per l'Italia, in cui riflette sulla situazione politica e culturale (a Firenze visita le tombe di s.Croce, a Milano incontra Parini). La notizia del matrimonio di Teresa lo riporta in Veneto dove incontra un'ultima volta Teresa, visita la madre e poi si uccide.

Il dramma di Jacopo è quello il non potersi identificare con la sua patria, con il mondo borghese (fondato sulla razionalità e l'ordine), né con l'aristocrazia. La morte, intesa in termini nichilistici, rappresenta l'unica via di fuga.
Non è un vero romanzo nel senso che più che un racconto, l'opera appare come un lungo monologo in cui l'eroe si abbandona a una lunga serie di appassionate riflessioni filosofiche e politiche, in prosa aulica.

"Dei sepolcri": poemetto - carme di 295 endecasillabi, sotto forma di epistola poetica all'amico Ippolito Pindemonte. L'occasione è una discussione avuta con quest'ultimo originata dall'editto Napoleonico di saint Cloud, con cui si imponevano le sepolture fuori dei confini delle città; l'editto aveva suscitato un'ampia discussione sul valore delle tombe.
Pur conservando una visione nichilistica della morte, Foscolo rivaluta l'idea della tomba, che garantisce l'illusione di una sopravvivenza dopo la morte assumendo un valore fondamentale nella civiltà umana (è il centro degli affetti familiari, ed ha un valore civile tramandando la memoria dei grandi uomini spingendo alla loro imitazione). Foscolo quindi non guarda alle tombe e al grande passato italiano in chiave retorica, ma come punti di riferimento nella coscienza collettiva di un popolo. Linguaggio aulico, il metro utilizzato è l'endecasillabo sciolto, metro classico per eccellenza.

Come per Leopardi anche per Foscolo si può parlare di classicismo romantico, o pre-romanticismo; è romantico ad esempio il conflitto tra il soggetto è la realtà esterna o all'interno del soggetto stesso;
neoclassico invece lo stile e il riallacciarsi a una tradizione greca e antica.


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Architettura: recupero degli ordini classici, preferenza del bianco rispetto alla policromia, simmetria, razionalità, semplicità, modulo.
Alimentato dal pensiero illuminista; reazione alla leziosità barocca.
E' il periodo dei Grand Tour, degli scavi di Pompei, del collezionismo d'antiquariato.
Nascono i giardini pubblici (es. Villa Borghese) .


Giuseppe Valadier
Romano, interventi commissionati da Napoleone per la sistemazione di Piazza del Popolo e della passeggiata del Pincio (da Piazza del Popolo a Villa Borghese, dove si trova anche Casina Valadier).


Giuseppe Jappelli:
architetto veneziano, tra i massimi esponenti del neoclassico, si stabilì a Padova, dove si impegnò nel progetto di razionalizzare la disorganica struttura urbana della città.
La sua architettura più nota è il caffè Pedrocchi di Padova, realizzato tra il 1826 e il 1842.
Una prima struttura, in linee neoclassiche scandite da due avancorpi con colonnati dorici, fu completata nel 1831 e a essa fu aggiunto, alcuni anni dopo, il cosiddetto "Pedrocchino", un'appendice in stile neogotico. Il locale, nel cuore della città, non fu concepita solo come caffè-ristorante, ma anche come luogo di ritrovo, borsa, sala lettura, sala da ballo.

Sia Jappelli che Valadier lavorano all'ampliamento di Villa Torlonia, a Roma.

Sono neoclassici il Teatro alla Scala (Giuseppe Piermarini, allievo di Vanvitelli), il Teatro S.Carlo e il Teatro La Fenice; la Chiesa di s.Francesco di Paola a Napoli, in Piazza del Plebiscito.

In Europa, sono neoclassici la Porta di Brandeburgo a Berlino e l'Arco di Trionfo a Parigi; ma è anche lo stile scelto per due nuove capitali, come s.Pietroburgo e Washington, che infatti vedono impegnati architetti italiani.

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Antonio Canova: scultore veneto.
Opere di chiara ispirazione neoclassica: Amore e Psiche Giacenti, le tre Grazie, Orfeo e Euridice, Dedalo, Perseo.

Dopo un periodo romano, viene chiamato a Parigi da Napoleone per una serie di incarichi; nella statua di Paolina Borghese (sorella di Napoleone, che aveva sposato il principe romano Borghese) ritrae la donna nelle sembianze di Venere, richiamandosi anche alle figure giacenti dei sarcofagi etruschi.

Lavora anche al Monumento Funerario di Maria Cristina d'Austria (tema neoclassico del sepolcro), con il motivo pagano della processione funebre verso la tomba, oltre alla forma piramidale.

Tempio di Possagno: tempio cristiano, progettato anche come tomba dell'artista. Sintesi perfetta tra Partenone (nel portico a otto colonne doriche) e il Pantheon (struttura rotonda e cupola emisferica).

Aggiunto al nastro di tempo:

Data:

8 agos 1765 anni
22 feb 1830 anni
~ 64 years

Immagini: