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August 1, 2025
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1 gen 1948 anni - NASCITA ISRAELE

Descrizione:

La nascita dello Stato di Israele (1948 – oggi)
Le radici del sionismo
Alla fine del XIX secolo, in risposta all’antisemitismo crescente in Europa orientale e occidentale, nasce il sionismo, movimento politico e culturale fondato da Theodor Herzl. Il suo obiettivo era creare un “focolare nazionale” per il popolo ebraico in Palestina, allora parte dell’Impero Ottomano.

Palestina sotto il Mandato britannico (1917-1947)
Nel 1917, con la Dichiarazione Balfour, il governo britannico si dice favorevole alla creazione di una "dimora nazionale per il popolo ebraico" in Palestina.

Dopo la Prima Guerra Mondiale, la Palestina passa sotto Mandato britannico. Aumentano le immigrazioni ebraiche, in parte per sfuggire ai pogrom, poi al nazismo.

Le tensioni tra la comunità ebraica e quella araba palestinese crescono fortemente, sfociando in rivolte e scontri.

1947: La proposta ONU e la guerra d’indipendenza
L’ONU propone un piano di spartizione della Palestina in due Stati: uno ebraico e uno arabo, con Gerusalemme sotto controllo internazionale.

Gli ebrei accettano il piano, gli arabi lo respingono.

14 maggio 1948: Dichiarazione dello Stato di Israele
David Ben Gurion proclama la nascita dello Stato di Israele.

Il giorno seguente, Egitto, Giordania, Siria, Libano e Iraq attaccano il nuovo Stato: è la Prima guerra arabo-israeliana.

Israele resiste e conquista più territorio del previsto dal piano ONU. Circa 700.000 arabi palestinesi fuggono o vengono espulsi: nasce la questione dei rifugiati palestinesi (Nakba = “catastrofe” in arabo).

Le guerre arabo-israeliane
Israele è stato coinvolto in diversi conflitti con i Paesi arabi:

1956 – Crisi di Suez
Israele, insieme a Regno Unito e Francia, attacca l’Egitto dopo la nazionalizzazione del Canale di Suez. Si ritira sotto pressioni internazionali.

1967 – Guerra dei Sei Giorni
Israele lancia un attacco preventivo e in sei giorni occupa:

Cisgiordania (da Giordania)

Gaza e Sinai (da Egitto)

Alture del Golan (da Siria)
Questi territori sono ancora oggi al centro del conflitto.

1973 – Guerra del Kippur
Egitto e Siria attaccano Israele a sorpresa nel giorno dello Yom Kippur. Dopo dure perdite, Israele respinge gli attacchi.

Verso la pace: Accordi storici
1979 – Pace con l’Egitto: primo paese arabo a riconoscere Israele, in cambio del ritiro dal Sinai (Accordi di Camp David).

1994 – Pace con la Giordania

1993 – Accordi di Oslo: Israele e l’Organizzazione per la Liberazione della Palestina (OLP) si riconoscono a vicenda. Nasce l’Autorità Nazionale Palestinese, con un’autonomia limitata in Cisgiordania e Gaza.
Tuttavia, l’assassinio del premier israeliano Yitzhak Rabin nel 1995 e attentati suicidi fanno naufragare il processo di pace.

Conflitti recenti e situazione attuale
2000-2005: Seconda Intifada: rivolta palestinese con numerosi attentati e violenze. Israele risponde con operazioni militari e la costruzione di un muro di separazione in Cisgiordania.

2006 – oggi: conflitti con Hamas
Dopo il ritiro da Gaza, il movimento islamista Hamas prende il controllo della Striscia. Seguono numerosi conflitti armati con Israele (2008, 2012, 2014, 2021, 2023), con migliaia di morti, soprattutto civili palestinesi.

2020 – Accordi di Abramo: Israele normalizza i rapporti con Emirati Arabi, Bahrein, Marocco e Sudan.

Israele oggi
Israele è una democrazia parlamentare moderna, tecnologicamente avanzata, con una forte economia (start-up, agritech, cyber).

La popolazione è composta da circa 9 milioni di abitanti, di cui:

Circa 75% ebrei

Circa 20% arabi israeliani

Altre minoranze (drusi, beduini, cristiani)

La società è profondamente divisa tra:

laici e religiosi

ebrei ashkenaziti (europei) e sefarditi/mizrahim (mediorientali)

sostenitori di una pace con i palestinesi e sostenitori dell'espansione degli insediamenti in Cisgiordania

Questione israelo-palestinese
Ad oggi, non esiste uno Stato palestinese riconosciuto pienamente. Le principali questioni aperte:

Gerusalemme, rivendicata da entrambi

Cisgiordania, occupata da Israele con insediamenti

Gaza, sotto blocco israeliano ed egiziano

Ritorno dei rifugiati palestinesi

Numerosi tentativi di pace sono falliti. La situazione resta estremamente complessa, fragile e polarizzata.

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PUNTO DI VISTA PALESTINESE

1. Palestina prima del 1948: Una terra abitata
Nei secoli precedenti alla nascita di Israele, la Palestina era una regione abitata da una popolazione arabo-musulmana in maggioranza, con minoranze cristiane ed ebraiche.

Faceva parte dell'Impero Ottomano fino al 1917, poi passò sotto il Mandato Britannico (1917–1948).

Per la maggior parte dei palestinesi, questa terra era la loro patria storica, agricola, familiare e culturale, anche se non esisteva uno Stato palestinese indipendente.

2. Reazione al sionismo e alla colonizzazione
A partire dalla fine dell’Ottocento, con l’arrivo dei primi coloni ebrei sionisti, molti arabi palestinesi cominciarono a sentirsi minacciati nella propria identità e proprietà.

L’immigrazione ebraica aumentò con il nazismo e le guerre europee. I palestinesi percepirono questo fenomeno come colonizzazione europea con il supporto delle potenze coloniali (soprattutto Gran Bretagna).

Gli arabi si opposero al piano ONU del 1947, che assegnava il 55% della Palestina agli ebrei, pur essendo questi ancora una minoranza numerica.

3. La Nakba: la catastrofe del 1948
Quando nel 1948 Israele venne fondato, oltre 700.000 palestinesi furono espulsi o fuggirono dai loro villaggi a causa della guerra.

Per i palestinesi, questo evento è conosciuto come la Nakba ("catastrofe") e rappresenta un trauma fondativo collettivo.

Circa 400 villaggi palestinesi furono distrutti e non venne mai concesso il diritto al ritorno ai rifugiati.

Molti rifugiati finirono in campi profughi nei paesi vicini (Libano, Siria, Giordania, Cisgiordania, Gaza), dove vivono ancora oggi, spesso in condizioni precarie.

4. Vita sotto occupazione (dal 1967 a oggi)
Dopo la Guerra dei Sei Giorni del 1967, Israele ha occupato:

Cisgiordania

Striscia di Gaza

Gerusalemme Est

Dal punto di vista palestinese, questa è un’occupazione militare illegale, con conseguenze quotidiane:

Checkpoint, restrizioni di movimento, arresti arbitrari

Esproprio di terre

Espansione degli insediamenti israeliani (considerati illegali dal diritto internazionale)

Demolizioni di case palestinesi

Violazioni dei diritti umani

5. Resistenza e lotta nazionale
Per i palestinesi, la lotta contro Israele è una lotta di liberazione nazionale.

L’OLP (Organizzazione per la Liberazione della Palestina), fondata nel 1964 da Yasser Arafat, ha rappresentato a lungo la voce ufficiale dei palestinesi.

Le Intifada (1987–1993 e 2000–2005) sono state esplosioni popolari di rabbia e frustrazione contro l’occupazione.

Molti palestinesi giustificano queste rivolte come resistenza. Tuttavia, Israele e gran parte della comunità internazionale le considerano in parte anche terrorismo, soprattutto quando colpiscono civili.

6. Il fallimento dei negoziati e il disincanto
Gli Accordi di Oslo (1993) avevano promesso uno Stato palestinese accanto a Israele.

Ma da allora:

Gli insediamenti israeliani sono aumentati

Gerusalemme è stata proclamata capitale “eterna e indivisibile” da Israele

Il muro e le restrizioni si sono intensificate

Per molti palestinesi, Israele non ha mai avuto reale intenzione di permettere la nascita di uno Stato sovrano.

Di conseguenza, una parte crescente della popolazione ha perso fiducia nei negoziati e nell'Autorità Nazionale Palestinese, vista come troppo debole o compromessa.

7. Divisioni interne e crisi a Gaza
Nel 2006, il movimento islamista Hamas ha vinto le elezioni palestinesi.

Da allora:

La Cisgiordania è governata dall’Autorità Palestinese (Fatah)

La Striscia di Gaza è controllata da Hamas

Israele e l’Egitto hanno imposto un blocco su Gaza, isolandola quasi totalmente. La vita lì è estremamente dura: disoccupazione altissima, accesso limitato a elettricità e acqua, e guerre cicliche con Israele.

8. Le richieste palestinesi principali
Oggi, la maggior parte dei palestinesi chiede:

Fine dell’occupazione israeliana dei territori del 1967

Ritiro degli insediamenti e stop alla colonizzazione

Stato indipendente palestinese con capitale Gerusalemme Est

Diritto al ritorno per i rifugiati o una compensazione equa

Parità di diritti per i palestinesi cittadini di Israele

9. Percezione di ingiustizia globale
Molti palestinesi sentono di subire un’ingiustizia storica e internazionale, per vari motivi:

L’Occidente è percepito come parziale verso Israele

I crimini di guerra o violenze nei territori occupati restano impuniti

L’opinione pubblica mondiale non sempre distingue tra antisemitismo e legittima critica a Israele

Conclusione
Il punto di vista palestinese nasce da una ferita profonda, fatta di espropri, esilio, occupazione e assenza di sovranità. Molti palestinesi oggi vivono senza una cittadinanza piena, in condizioni di insicurezza e privazione. Tuttavia, anche nella diaspora o sotto occupazione, il popolo palestinese continua a lottare per autodeterminazione e dignità.

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1 gen 1948 anni
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~ 77 years ago