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14 mar 1915 año - 21 RICHIESTE

Descripción:

L'ultimatum delle Ventuno richieste o Ventun domande (in giapponese: 対華二十一ヵ条要求 Taika nijūikkajō yōkyū?; in cinese: 二十一条S, Èrshíyī tiáoP) fu un diktat presentato in termini ultimativi dal Giappone alla Cina il 18 gennaio 1915, che - se accettate - avrebbero reso la Cina in uno stato di completo vassallaggio, politico, economico, diplomatico, nei confronti dell'impero nipponico.

Il Giappone, partendo da una posizione di forza in base all'alleanza con la Triplice intesa, aveva eliminato la Germania dai suoi possedimenti asiatici e confidava nel poter completare l'opera di rendere la Cina uno stato vassallo in corso dal 1894. L'operazione fallì per il netto rifiuto da parte degli Stati Uniti di permettere al Giappone di sostituirsi economicamente e finanziariamente a loro nello sfruttamento delle risorse cinesi. Il Giappone si vide costretto a ritirare l'accordo già sottoscritto dai plenipotenziari cinesi.

Approfittando dell'assenza del potere occidenatale, coinvolto nella prima guerra mondiale, e dell'instabilità politica e frammentazione della nuova neonata repubblica cinese guidata da Yuan Shikai come capo militare e Sun Yat-sen come presidente, il Giappone avanza a questi ultimi le 21 richieste.

Attraverso queste, Tokyo intendeva controllare le scelte economiche e di politica internazionale della repubblica. L'offensiva diplomatica giapponese aveva al centro la questione cinese.

Il governo cinese accetta soltanto 16 delle 21 richieste.

Le "Ventun richieste" erano raggruppate in cinque categorie omogenee, con l'eccezione della quinta serie, per materia e contenuto:

Il Primo Gruppo di richieste verteva sulla conferma definitiva delle recenti acquisizioni nipponiche nella Provincia dello Shandong. Si esigeva l'espansione della sfera d'influenza giapponese su tutte le ferrovie, i porti, le coste, i corsi d'acqua e le maggiori città di detta provincia.
Il Secondo Gruppo era pertinente alla situazione delle ferrovie mancesi. Si richiedeva espressamente l'estensione delle concessioni anche alle ferrovie della zona meridionale della provincia con estensione del mandato a tutto il ventunesimo secolo (quindi, 185 anni). Era pure richiesta l'espansione della sfera d'influenza nipponica a tutta la provincia della Mongolia Interna, il che avrebbe nuovamente posto il Giappone in attrito con la Russia. Era richiesto l'esplicito diritto della concessione dell'extraterritorialità e dello stanziamento di cittadini nipponici nelle due province, l'apertura di appositi uffici amministrativo - finanziari idonei a garantire l'amministrazione governativa nipponica su dette province e l'esclusività degl'investimenti giapponesi in quelle aree. Si noti che, nel 1931, il Giappone invaderà queste regioni cogliendo l'occasione di un pretestuoso incidente organizzato ad arte dai propri servizi segreti (la Kempei) al fine di conquistare regione dopo regione l'intera Cina. L'espansione giapponese nella Cina settentrionale troverà una definitiva battuta d'arresto da parte dell'Armata Rossa sovietica nella battaglia di Khalkhin Gol (1939).
Il Terzo gruppo garantiva al Giappone il controllo delle miniere estrattive di Hanyeping, peraltro, già gravate di debiti proprio nei confronti di società finanziarie nipponiche.
Il Quarto Gruppo obbligava la Cina a rifiutare ogni ulteriore concessione territoriale costiera o insulare a stati stranieri, con l'eccezione - ovviamente - del Giappone.
Il Quinto Gruppo era il più duro e umiliante per la sovranità nazionale cinese. Esso era, in realtà, una miscellanea di richieste perentorie e lapidarie che riguardava la concessione della supervisione nipponica sul parlamento cinese e sulle leggi da esso emanate, nonché la sottomissione della polizia cinese all'amministrazione nipponica, al libero accesso ai monaci giapponesi nell'attività missionaria in Cina, alla riorganizzazione dell'esercito cinese sotto il controllo nipponico. Il tutto si configurava come una pesante intromissione straniera limitante la sovranità nazionale cinese.

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fecha:

14 mar 1915 año
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