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April 1, 2024
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Pasolini (15 juin 1955 – 1 janv. 1975)

Description:

Attivo tra il 55 e il 75.

Vede l'Italia che sta cambiando, in seguito al boom, e con essa gli italiani, cancellando un patrimonio culturale prezioso, accumulato nei secoli, es. nella civiltà contadina, nelle borgate romane, nelle specificità locali e dialettali (Pasolini vede una parte della società emarginata a causa del GENOCIDIO CULTURALE attuato da una borghesia – egemonica e cattolica –) che sta rendendo omologato il pensiero e i desideri (e un pensiero omologato è un pensiero facilmente controllabile).
=la società dei consumi sta ottenendo l'omologazione che non è riuscita al fascismo.

Esordisce come autore di romanzi tardo neorealisti, che documentano la vita nelle borgate romane (Ragazzi di Vita, 1955, e Una vita violenta, 1959).
Subisce poi la fascinazione del cinema, che considera un mezzo più potente della letteratura, e lo strumento migliore per poter esprimere poeticamente la sua perplessità sulla grande crisi storica, sociale e culturale del paese
"Se mi sono deciso a fare film è perché ho voluto farli esattamente come scrivo poesie e romanzi".

Propone una distinzione sostanziale tra "cinema di prosa" che si identifica nel cinema classico, e "cinema di poesia" in cui l’autore-regista svolge un ruolo predominante, esibendo il proprio stile, le sue idee e la sua poetica (fondamentalmente, la stessa distinzione che faranno negli stessi anni i giovani turchi della Nouvelle Vague, tra cinema classico e cinema d'autore).

Delle figure gli interessa la dimensione frontale e la fisicità. La parola non può competere con la forza e l’immediatezza delle immagini. Un volto qualsiasi è in grado di esprimere, nel modo più concentrato, la realtà materiale di un’idea.

Inizia come sceneggiatore (collaborando anche alla Dolce vita (1960) di Fellini); esordisce nella regia nel 1960. I suoi primi tre film (Accattone, Mamma Roma e La Ricotta, episodio del film collettivo Ro.Go.Pa.G, con Rossellini, Godard e Gregoretti) raccontano la vita nelle borgate romane, già al centro dei romanzi.
I film portano sullo schermo il mondo del sottoproletariato romano, quello della povertà senza speranza, della diversità vissuta come colpa, quello popolato di emarginati e piccoli delinquenti, di puttane e di protettori. Una classe sociale oggetto di quel genocidio culturale che l’autore imputava all’imposizione del modello borghese, diretta conseguenza del miracolo economico, della corsa al benessere che inevitabilmente lasciava dietro di sé delle vittime. Quell’omologazione culturale e sociale di massa che oggi è realtà, era il pericolo principale da cui Pasolini ci metteva in guardia già negli anni ’60.


Il 1964 è l’anno di quelli che molti considerano il suo capolavoro, Il Vangelo secondo Matteo, un film che al solito suscito’ polemiche non tanto da parte del mondo cattolico, che anzi in larga maggioranza apprezzo’, quanto da certa sinistra che non poteva concepire una tale operazione da parte di un autore che si professava marxista. Ma l’intento di Pasolini non era certo quello di realizzare un’agiografia su Cristo, quanto di sottolinearne l’essenza umana e la portata rivoluzionaria. Ricostruendo gli scenari della Galilea nelle campagne laziali e del sud Italia, mette in scena il dramma di un uomo, del suo messaggio inascoltato e dello scontro tra la ragione degli umili e l’arroganza dei potenti.


Uccellacci e uccellini (1966)
Uno dei lungometraggi più originali di Pasolini, segna il passaggio dal realismo dei suoi primi lavori verso un cinema più marcatamente allegorico e 'fantastico. C'è Totò in uno dei suoi pochissimi ruoli drammatici. è una satira sulla società dei consumi.


Trilogia sul mito classico: accetta la sfida della tragedia classica mettendo in scena opere di Sofocle, Euripide ed Eschilo (Edipo Re, 1967; Medea, 1969; e Appunti per un’Orestiade africana, mai realizzata 1969-1973)

Trilogia della Vita:
Nell’ultimo periodo della sua carriera segue il filo di una sua personale utopia, utilizzando il cinema per riproporre in chiave popolare alcuni capolavori della letteratura universale, nei quali si troverebbero i presupposti di una possibile riscoperta del corpo e della sua spontanea vitalità, unico spiraglio di ottimismo rispetto ai tempi futuri. Esaltazione giocosa dell'astuzia popolaresca, e in particolare dell'Eros
-Decameron (71): il più grande successo di pubblico della sua carriera; le situazioni del Decameron sono spostate tutte nel Napoletano, regione in cui, secondo Pasolini, si esprimono maggiormente la genuinità e la naturalezza istintuale di un popolo non oppresso dalle strutture sociali
-I racconti di Canterbury (72)
-Il Fiore delle Mille e una Notte (74)

Alla trilogia della vita segue il progetto di quella sulla morte, della quale ci resta soltanto il primo, sconvolgente capitolo: Salo’ o le 120 giornate di Sodoma, che uscirà postumo nel 1975.
Il testamento cinematografico di Pasolini, e insieme la sua opera più estrema e scioccante, ritenuta da molti l'apice del suo cinema.
Totale ribaltamento della "Trilogia della vita", si ispira a Le 120 giornate di Sodoma del Marchese de Sade ricollocando però il racconto durante la Repubblica di Salò, nel cuore del regime fascista. Se i tre film precedenti costituivano un'apologia del sesso e del vitalismo popolare, in questa pellicola perfino l'Eros diventa uno strumento nelle mani del Potere: un Potere abietto e spaventoso, incarnato da quattro Signori (le quattro facce del potere nobiliare, ecclesiastico, giudiziario ed economico) che, negli ultimi mesi della guerra civile, rinchiudono in una villa isolata decine di ragazzi e ragazze, sottoposti a torture fisiche e psicologiche per il godimento dei Signori, fra scatologia, sadismo e violenza, fino a culminare nell'assassinio.

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Pasolini e il teatro:
teorico del "teatro di parola" ("Manifesto per un nuovo Teatro", 1968). Es. "Orgia", del 68, in cui una coppia di sado-masochisti riflette sul proprio rapporto), altra opera interessante è il Vantone (63): resa del Miles gloriosus di Plauto in dialetto volgare romanesco, che riproduce il Plauto originale.

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1893
Ottocento e Novecento

Date:

15 juin 1955
1 janv. 1975
~ 19 years

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