2 Jun 1946 Jahr - Il Referendum Istituzionale del 2 giugno 1946
Beschreibung:
Il 2 giugno 1946 il popolo italiano fu chiamato alle urne per scegliere la forma di stato repubblicana al posto della monarchia tramite il Referendum istituzionale a suffragio universale, in cui poterono votare per la prima volta anche le donne. Il 25 luglio 1943 venne sfiduciato il Capo del Governo Benito Mussolini da parte del Gran Consiglio del fascismo, che chiese al Re di esercitare la «suprema iniziativa di decisione» ossia di riappropriarsi di quelle prerogative che lo Statuto del Regno all’art. 5 gli attribuiva, determinando così la caduta del regime e l’inizio di quel percorso che porterà alla scelta repubblicana. Nel 1946 ci fu il compromesso istituzionale, dopo il quale il Re Vittorio Emanuele III rinunciò all’esercizio dei suoi poteri, affidandoli al principe ereditario Umberto, nominato luogotenente generale del Regno; prese così il via il processo di ricostruzione dello Stato italiano. Fu chiaro fin da subito che occorreva scrivere una nuova costituzione e perciò si decise di convocare, mediante elezioni nazionali, un’Assemblea costituente con il compito di redigere ed approvare un nuovo testo costituzionale, affidando al popolo la scelta istituzionale tra monarchia e repubblica. Il decreto legge luogotenenziale n. 151 del 25 giugno 1944, all’articolo 1, stabiliva infatti che: «dopo la liberazione del territorio nazionale, le forme istituzionali saranno scelte dal popolo italiano, che a tal fine eleggerà, a suffragio universale, diretto e segreto, un'assemblea costituente per deliberare la nuova costituzione dello Stato». Il decreto legge luogotenenziale n. 23 del 1 febbraio 1945 estese poi per la prima volta il voto alle donne maggiori di 21 anni, rendendo così il suffragio in Italia realmente universale. Tale decreto tuttavia non fece menzione dell’elettorato passivo (cioè la possibilità di essere eletti), che fu esteso alle donne maggiori di 25 anni, con il successivo decreto n. 74 del 10 marzo 1946. Il giorno 2 giugno 1946 si tenne il primo voto nazionale libero ed a suffragio universale, tramite cui tutti gli uomini e tutte le donne maggiorenni (nel 1946 la maggiore età si raggiungeva a 21 anni) furono chiamati a compiere una scelta cruciale: gli italiani dovettero infatti decidere tra la conferma della monarchia o l’istituzione della repubblica. La consultazione popolare, tenutasi all’indomani della fine del secondo conflitto mondiale, servì a definire in prima battuta la forma istituzionale del nostro Paese. Così, più dell’89% degli aventi diritto al voto si recò alle urne e la maggioranza di essi (precisamente il 54,27% e cioè 12.717.923 voti) scelse la Repubblica (contro il 45,73% a favore della monarchia, ossia 10.719.284 voti). In quello stesso giorno fu eletta l'Assemblea Costituente fra le fila di persone iscritte ai partiti democristiani, comunisti e socialisti del Comitato Nazionale di Liberazione; gli italiani furono infatti chiamati ad eleggere anche i rappresentanti del popolo incaricati di scrivere, discutere ed approvare la nuova Costituzione della Repubblica italiana. Tra i 556 membri eletti in seno all'Assemblea Costituente vi furono 21 donne, cioè meno del 4% del totale dei deputati eletti. L'Assemblea fu composta da esponenti di forze politiche molto distanti tra loro, ma con l’obiettivo comune di scrivere una Costituzione di matrice democratica ed antifascista.