Scontri navali a Vladivostok (GRG) (6 mars 1904 – 10 mars 1904)

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Ai primi di marzo, una squadra navale giapponese tentò un bombardamento di Vladivostok, con risultati irrilevanti sul piano materiale, ma pesanti su quello psicologico. In tutte le operazioni condotte fino a quel momento, la squadra navale russa di base a Vladivostok era stata la spina nel fianco di Togo: essa costituiva un potenziale grave pericolo, anche se finora si era limitata a rapide sortite con pochi danni. Occorreva un'azione risolutiva per liberarsi anche di quella forza navale. Già il 29 febbraio 1904 lo Stato Maggiore della Marina aveva comandato a Togo di inviare una consistente sezione della sua flotta a compiere una ricognizione armata nell'area di Vladivostok, ma per le condizioni del tempo l'azione potè aver luogo solo il 6 marzo 1904. A capo della forza navale d'attacco, Togo aveva posto l'ammiraglio Kamimura. Egli, seppure ostacolato dal ghiaccio che occupava tutta la baia di Vladivostok, riuscì ad avvicinarsi fino a 5 km dalla riva e ad iniziare un bombardamento diretto contro i forti e un bombardamento alla cieca contro il porto, nascosto dalle colline. Ma i russi, fiutato il pericolo, avevano già lasciato la baia. I danni causati dal bombardamento giapponese furono quasi nulli. Da quel giorno, però, i russi dovettero dirottare preziose forze alla difesa di Vladivostok. A questo punto della guerra il morale dei marinai della Squadra Navale russa del Pacifico era assai basso.
Con l'arrivo a Port Arthur dell'ammiraglio Makaroff, tutto cambiò. Egli si portò dietro un buon numero di esperti operai per le riparazioni delle navi, le notizie che sarebbero arrivati dei rinforzi dal Baltico, e la sua stessa personalità e la propria instancabile energia. Concluso l'impegno a protezione dello sbarco di Chemulpo, il primo atto del nuovo ciclo di operazioni di Togo fu un attacco di cacciatorpediniere contro le navi russe di pattuglia, e un bombardamento di Port Arthur compiuto dalle navi principali.
Ma Makaroff, allertato dalle intercettazioni, aveva mandato fuori in avanscoperta due squadriglie di cacciatorpediniere invece delle solite vedette, e quando il grosso della flotta giapponese si presentò davanti al porto nel primo mattino del 10 marzo 1904, fu egli stesso a bordo del Novik e insieme al Bayan a uscire ripetutamente a contrasto dell'avversario.
La giornata si concluse con l'affondamento del cacciatorpediniere russo Steregushchi; il bombardamento del porto, nonostante i 150 colpi sparati, non ebbe grossi effetti: solo lievi danni all'incrociatore Askold. Paolo Poggiolini Digiland

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