14 févr. 1732 - Creazione porto franco Ancona
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Alla sua ascesa al soglio pontificio Clemente XII (1730-1740), al secolo Lorenzo Corsini, si trovò ad affrontare i problemi finanziari di uno Stato in grave deficit causato da un’economia arretrata e stagnante e da un forte ritardo nelle attività manifatturiere. L’istituzione di un porto franco che favorisse la ripresa del commercio e consentisse di sostenere la concorrenza di Venezia e dell’Impero, fu di nuovo auspicata dagli anconetani e trovò questa volta ascolto da parte del pontefice, preoccupato per la crisi generale dell’economia dello Stato ecclesiastico. Il papa creò così una commissione cardinalizia che studiasse il memoriale inviato nel 1731 dall’Università dei Mercanti di Ancona. Il 14 febbraio 1732, seguendo le conclusioni della commissione favorevoli agli anconetani, Clemente XII firmò il motu proprio con il quale istituiva il porto franco di Ancona, sopprimendo tutte le gabelle e i dazi allora in vigore sulle merci in arrivo e in partenza dallo scalo dorico. Inoltre, per favorire sia il commercio che le manifatture, i mercanti e fabbricanti stranieri che si stabilivano in città avevano diritto all’esenzione da tasse e gabelle per dieci anni. Corriere Proposte
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